Cos’è la schizofrenia empatica?

Per schizofrenia empatica si intende l’attivazione dell’empatia in modalità discriminata/selettiva, dunque una discontinuità nella connessione emotiva — che d’altra parte ha un costo e un peso, anche in termini di responsabilità — data probabilmente da un mancato riconoscimento (arbitrario anche se a volte inconscio) della dimensione emozionale e soggettiva o del valore di alcuni animali.

Questo concetto viene introdotto dall’etologa Myriam Jael Riboldi, fondatrice dell’Etologia Relazionale, ispirandosi al punto di vista di Jane Goodall. In un interessante articolo pubblicato su Il Cambiamento approfondisce l’argomento, vi invito a leggerlo per intero perché presenta diversi spunti per una riflessione interessante. Lo trovate QUI!

Cito qui solo alcuni punti salienti

Torniamo al punto: separazione, indifferenza e non-conoscenza sono i tre concetti chiave che creano l’alibi perfetto dietro cui gli uomini si nascondono per non essere consapevoli e quindi responsabili di cosa significa comprare la carne, il latte, le uova o in generale tutti i prodotti di origine animale destinati al largo consumo, senza preoccuparsi della loro provenienza.

In apparenza è una vera e propria forma di discontinuità emotiva e di totale mancanza di empatia. Però l’alternativa presentata è unica e suona più o meno così: “questi sono gli allevamenti intensivi, quindi l’uomo è un mostro, e se sostiene di amare gli animali, non deve mangiare carne e nemmeno prodotti di origine animale”. Evidentemente questo ‘modo’ non funziona e forse è necessario cambiare prospettiva.

Dovremmo organizzare percorsi di esperienza pratica condotti da persone competenti e appassionate, in strutture nate con questo tipo di finalità, per consentire a bambini e adulti di provare a vivere almeno una giornata con questi animali. Questo completerebbe il possibile iter verso una risensibilizzazione. Questo tipo di processo prevede di promuovere forme di empatia che facciano leva su modelli positivi, con l’intento di evidenziare le potenzialità insite in relazioni equilibrate, sensibili, consapevoli e responsabili con gli animali invece che sottolineare la violenza. La volontà è quella di rimarcare gli effetti positivi che hanno su ognuno di noi i momenti di gioia e serenità trascorsi con gli animali in termini di umore, energia, benessere. Animali a cui non è mai stata offerta l’occasione di farsi conoscere. Un’opportunità persa dall’uomo