Quando noi consideriamo una realtà animata da un punto di vista o da uno schema di riferimento puramente esterno, senza sforzarci di capirla dall’interno per via empatica, noi la riduciamo allo stato di oggetto.
C. Rogers
Mi sto formando nel percorso proposto dalla scuola di Etologia Relazionale, per lo studio e la divulgazione dell’approccio etologico relazionale, dei saperi inerenti l’etologia classica e cognitiva, l’empatia, la biofilia e la biodiversità. L’obiettivo è ampliare il bagaglio di conoscenze e strumenti emozionali ed intellettuali utili a comprendere il mondo naturale senza pregiudizio, ma con consapevolezza di sè, per affrontare la lettura e interpretazione del comportamento animale e delle relazioni tra specie con la maggior competenza e profondità possibili.
Ciò che teorizza l’Etologia Relazionale® è che ogni volta che due individui (indipendentemente dalla specie di appartenenza) entrano in relazione, creano un susseguirsi di “momenti relazionali”, durante i quali si attivano specifiche componenti cognitive, fiduciarie, empatiche, emotive ed energetiche la cui osservazione e comprensione diventa rilevante se vogliamo comprendere come la relazione stessa, i soggetti coinvolti ed il loro comportamento si modificano nel tempo.
La proposta della nostra Scuola non richiede conoscenze pregresse, impegnandosi in un’esposizione semplice che sia comprensibile a tutti e che sia più risonante possibile rispetto alle emozioni e gli orientamenti istintivi che solitamente rileviamo in chi nutre amore innato per gli animali e la natura in genere. Parte del nostro obiettivo è proprio decodificare questo sentimento innato, per trasformarlo in un set di strumenti più consapevoli e maggiormente disciplinati, dalla consapevolezza di sé e dall’acquisizione di nozioni teoriche fondamentali.
L’idea è quella di un approccio olistico, in cui non manchino riflessioni dall’evoluzionismo, dall’etologia , dall’ecologia, dalla genetica, dalla zoologia, dalla paleontologia, dalla filosofia, dalla neurobiologia, dalla sociologia e dalla psicologia
Estratto dal sito di Etologia Relazionale
L’Etologia Relazionale si occupa esclusivamente della relazione tra uomo e animali?
La relazione ha un valore centrale: è origine e catalizzatore dei contributi che derivano dall’evento relazionale, che non dipendono solo dai soggetti coinvolti presi nella loro singolarità. La comunicazione stessa tra gli individui non avviene considerandoli come due soggetti separati, ma anzi come due soggettività collegate che comunicano, tenendo presente che ciò che ci lega è l’energia intesa come una forma di comprensione reciproca che esiste al di là del nostro linguaggio verbale. Per rendere possibile questo dialogo intersoggettivo, all’animale non umano coinvolto devono essere riconosciuti i suoi caratteri di soggettività e diversità. Il contributo che ne deriva dipende da come gli individui coinvolti si incontrano sotto il profilo relazionale. Per questo diventa essenziale la figura dell’Operatore di Etologia Relazionale che media tale interazione. L’OER deve aver instaurato una relazione di profonda fiducia e conoscenza con l’altra specie che sceglie di coinvolgere nelle attività, solo così gli sarà possibile creare un legame tra le soggettività dell’evento relazionale, mettendo a disposizione la sua relazione privilegiata con l’alterità animale e rendendola così disponibile all’altro soggetto umano. Una visione olistica ci viene in aiuto: non si ci si può occupare della relazione senza occuparsi nello specifico dei soggetti coinvolti, indagando e studiandone anche le caratteristiche etologiche e l’etogramma specie specifico, oltre che conoscendone i tratti individuali; così come non ci si può occupare degli individui isolandoli dalla rete di relazioni e dai contesti che li vedono implicati.
Approccio didattico con i bambini dell’Etologia Relazionale
Il punto di partenza nella didattica con i bambini dell’Etologia Relazionale è, anzitutto, essere consapevoli della responsabilità di cui si è investiti nel momento in cui si presiede alle complesse dinamiche che coinvolgono soggetti in “svantaggio” rispetto a noi, che dipendono cioè dalle nostre decisioni e capacità di essere mentori e mediatori. L’altro aspetto importante è ricordare che il lato emozionale è fondamentale: il ricordo di un evento porta sempre con sé l’emozione che lo ha caratterizzato, dunque diventa cruciale che vi sia una marcatura emozionale positiva, possibile solo in un giusto clima di equilibrio tra lo stato di eccitazione/curiosità e di calma/fiducia. Solo imparando a leggere l’alterità animale e conoscendola nella sua diversità possiamo rendere l’incontro con essa soddisfacente e fonte di gioia. Come insegnare questo ai bambini?
Vorrei chiudere con una riflessione sulla mediazione, nata da un interessantissimo video di Rachele Malavasi (divulgatrice scientifica, esperta in etologia equina e tecnico equestre: trovate il suo sito QUI!). La trovate in questo breve articolo: